5 febbraio, Giornata del Calzino Spaiato, simbolo dell’accettazione delle diversità e del superamento della solitudine
Fioccano in queste ore sui social fotografie di bambini, e non solo, con tanto di calzini spaiati ai piedi.
E non tutti ne capiscono il motivo, nonostante siano già 11 anni che il fenomeno si ripete puntualmente il 5 febbraio.
Da quando, cioè, in una scuola primaria di Terzo di Aquileia, provincia di Udine, la maestra Sabrina ha una idea: utilizzare due calzini diversi come simbolo di accettazione della diversità.
Perchè quei calzini sono la metafora del fatto che colore, lunghezza, forma e dimensioni non cambiano la natura delle cose: sempre calzini restano.
L’idea piacque a molti conoscenti della maestra friuliana che decisero così di proporla su Facebook agli amici e agli amici degli amici. Dal lì molte maestre degli asili della provincia chiesero chiesto alle mamme di spaiare i calzini ai figli proprio per celebrare assieme questa giornata importante.
Il progetto diventò virale e coinvolse squadre sportive di ogni disciplina, uffici, famiglie neonati e persone senza età.
E quel “mistero” che si ripropone nelle lavatrici di tutto il mondo, dove i calzini entrano appaiati e ne escono in solitudine, da qualche anno a questa parte ha assunto un significato sociale: spronare al rispetto reciproco verso chi è diverso da sé, diversità come valore, quindi e come superamento della solitudine.
A maggior ragione ora che imperversa la pandemia, la giornata dei calzini spaiati è un modo per non sentirsi esclusi e lontani. E indossare un calzino spaiato può allora essere anche un rimedio all’isolamento, a quella sensazione di smarrimento che può provare un calzino che ha smarrito il suo gemello.