I videogame salveranno il mondo?

Difficile crederlo, se riandiamo indietro con la memoria a quando tutto è cominciato. I primi sviluppi nel settore videoludico erano poco più che semplici barrette verticali e una pallina, o meglio un quadrato formato da pixel che assomigliava a una pallina; e il tutto ricordava molto vagamente una partita a tennis. Solo questo, niente di più. Neppure l’ombra di un campo da gioco. E neppure l’ombra di giocatori, se per questo. Era l’anno 1972 e il gioco si chiamava Pong.
Ne è passato di tempo e parecchio. Basta immaginare lo sviluppo esplosivo di un videogame di successo come GTA che in soli dieci anni è passato da una rappresentazione piuttosto sommaria di auto e strade a un universo immersivo estremante realistico e dettagliato. Così come in epoca recente la saga di Assassin’s Creed che per ricchezza di dettagli nella ricostruzione storica delle città rappresentate come Monteriggioni e Venezia ha contribuito a una crescita notevole del turismo in queste località.
In tutto questo si inserisce una startup che ha fatto dell’innovazione tecnologica in fatto di simulazioni digitali uno dei capisaldi aziendali. Improbable con a capo Herman Narula, già figlio d’arte visto che suo padre possiede un’importante azienda di costruzione la DS Construction, ha sviluppato la piattaforma computazionale Spatial OS capace di ricostruire con una precisione mai vista prima città, territori e addirittura interi mondi.
Le potenzialità di una simile tecnologia sono applicabili a una quantità di settori stupefacenti che possono trarre incredibili vantaggi dall’innovazione tecnologica apportata da Spatial OS. A differenza dei tradizionali software, la piattaforma sviluppata da Improbable lavora su migliaia di computer distribuiti nel cloud. E badate che questa non è una differenza da poco. In termini di struttura digitale e di precisione dei dettagli è fondamentale. Gli sviluppatori che si occupano di videogame lo sanno bene, dato che devono ricorrere a trucchi per ottimizzare lo spazio disponibile sui server. Quando un giocatore si sposta da un luogo all’altro, il posto in cui si trovava prima letteralmente scompare e non è più presente.
Lavorare su cloud permette invece di ricostruire intere città o addirittura mondi mantenendone inalterata la struttura. Una simulazione dunque estremamente realistica in cui possono essere inserite variabili complesse come le interazioni tra gli abitanti, condizioni metrologiche particolari che simulano alla perfezione il mondo reale. Spatial OS può essere applicato con successo al settore delle infrastrutture per capire ad esempio come possono funzionare in momenti critici. Dal punto di vista ambientale per comprendere come reagisce un determinato territorio in determinate condizioni ambientali e agire di conseguenza per affrontare eventuali criticità
Naturalmente la collaborazione naturale e più immediata per testare le potenzialità della piattaforma è stata quella di un ambiente simulato per videogame. La collaborazione tra la Improbable e la Bossa Studios ha così permesso di ricostruire il fantascientifico mondo di Worlds Adrift. In questo spazio virtuale se un elemento viene modificato, la differenza permane, restando a disposizione dei giocatori che online accedono successivamente al gioco. Proprio come succede nel mondo reale. Se spostate un sasso e tornate dopo poco tempo, quel sasso lo trovate nel luogo in cui lo avete lasciato, non è che scompare.
Il settore del gaming da anni sta effettuando investimenti importanti per accrescere il realismo degli ambienti di gioco, per creare cioè spazi digitali che siano quanto più coinvolgenti possibile per i giocatori. In questa direzione puntano le attuali piattaforme di gaming con l’obiettivo di generare un livello di intrattenimento sempre più elevato e appassionante come nel caso dei casinò di Unibet live dove l’utente partecipa ai vari giochi direttamente dal vivo con un livello di coinvolgimento impensabile fino a qualche anno fa. In questa stessa direzione si è mossa Microsoft con l’acquisto di AltspaceVR spazio social in ambiente immersivo in cui gli utenti con i loro avatar possono chiacchierare, assistere a spettacoli o concerti. Un po’ come accadeva in Second Life.
Le applicazioni della piattaforma Spatial OS ci danno la misura di quali siano le effettive potenzialità di ambienti così vasti per la simulazione. E in effetti quelli di Improbable hanno già digitalizzato l’intera città di Cambridge abitata da 120mila persone, digitali, ognuna delle quali con uno smartphone, digitale, per studiare come funzionano le interazioni tra gli abitanti e lo spazio che li circonda.

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