Anche gli italiani avranno l'infermiere di famiglia. Non un badante ma un professionista dell'assistenza a domicilio

Anche gli italiani avranno l’infermiere di famiglia. Ad annunciarlo è stata la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) sottolineando l’importanza del “ Patto per la salute appena approvato che prevede che accanto ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti ambulatoriali e ai farmacisti, ci sia l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone“.
Una nuova figura che entra ufficialmente a far parte dei pilastri dell’assistenza territoriale in tutto il Paese. Nulla a che vedere con una badante, ma un soggetto da affiancare al medico di base.
In questo modo l’Italia si allinea alle indicazioni dell’Oms che fin dal 1998  aveva indicato la necessità dell’infermiere di famiglia/comunità.
Ora le Regioni, che hanno approvato il Patto, devono attuare le previsioni che contiene insieme agli Ordini degli infermieri.
In realtà, l’infermiere di famiglia esiste già in Italia anche se non è molto diffuso. L’obiettivo è avere una nuova figura professionale a disposizione dei cittadini malati così come accade in altri Paesi, come Stati Uniti o Inghilterra.
L’infermiere di famiglia sarà responsabile delle cure domiciliari e affiancherà il medico di famiglia, pediatra e specialista ambulatoriale per dare assistenza al paziente a domicilio. Un professionista specializzato in terapie riabilitative e socio-sanitarie, insomma, capace di seguire le cure e la prevenzione della famiglia fuori dall’ospedale.
Eseguirà medicazioni, terapie riabilitative per anziani con problemi di mobilità o per chi ha subito incidenti; darà supporto psicologico anche a familiari di pazienti con disabilità o con patologie croniche. Tutto questo a domicilio.
 

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