Svelato il mistero dello scheletro di Ata: non è un alieno
Erano in molti a pensare che si trattasse dello scheletro di un alieno, ma a 15 anni dal ritrovamento l’ipotesi è stata definitivamente smentita grazie all’esame del Dna.
Uno scheletro grande alto solo 15 centimetri, con la testa dalla forma stranamente lunga, due paia di costole in meno e le orbite oculari oblique. Avevano tutta l’aria di essere resti di una creatura extraterrestre, e invece sono quelli di una sfortunata neonata. Lo scheletro fu trovato nel 2003 a La Nora, in Cile, e da allora le sue forme strane hanno fatto sorgere qualche dubbio anche agli studiosi più esperti in materia.
Grazie agli esami condotti all’Università di Stanford è stata ricostruita la storia di questa creatura, chiamata Ata: è un feto femminile con tratti cileni databile intorno al 1960. Le sue forme insolite sono dovute ad una serie di mutazioni genetiche, alcune delle quali ancora inspiegabili e sconosciute agli esperti e relative a malattie come il nanismo.
Una storia molto triste quella di Ata: è una figlia malformata che è nata morta o è deceduta poco dopo il parto. La madre l’ha avvolta in un lenzuolo bianco legato con un nastro rosa e l’ha abbandonata: anni dopo lo scheletro è stato venduto ad un collezionista spagnolo come un corpo strano, probabilmente appartenente ad un alieno.
Ata potrebbe aiutare in futuro altre persone afflitte da malformazioni scheletriche: i ricercatori della Stanford University vorrebbero infatti capire da dove provengono le mutazioni della sfortunata piccola per poi scoprire terapie o farmaci in grado di risolvere malformazioni simili.