Maradona, un ricordo indelebile tra poesia, esaltazioni e critiche

Maradona, un ricordo indelebile tra poesia, esaltazioni e critiche

Tanti messaggi mi sono arrivati alla mia iniziativa di coinvolgere i tanti lettori del giornale per ricordare il Pelusa (il soprannome dato a Diego Armando Maradona per i suoi capelli). Coloro che mi hanno scritto si sono soffermati o sul campione o sull’uomo o su aneddoti privati e particolari legati al grande campione.

Sull’uomo Maradona, il giornalista sammaritano Salvatore Russo ha sentenziato che in campo era Maradona, il più forte di tutti, poi c’era Diego, un uomo fragile che andava compreso ed aiutato…non giudicato; la misteriosa poetessa Dusylla, la cui poesia Relictum a luglio è stato argomento di questa rubrica, ha espresso questo bellissimo giudizio: Maradona è stato un sogno della nostra infanzia. Tutti volevano diventare come lui. Una stella vincente, un giocoliere sorridente e spavaldo. Al di là della sua vita privata, che non dovrebbe interessare, perché ognuno ha la sua che ritiene insindacabile, si deve guardare al mito. Voleva emergere ed è diventato il campione più anelato e imitato. Ci ha insegnato a combattere per far valere le nostre qualità. Grazie Diego; infine, la maestra d’arte Maria Mazza ha scritto, era un campione ineguagliabile ma come uomo era discutibile, sebbene nel privato era libero di fare ciò che voleva, anche se, da campione, poteva fare scelte diverse;

Sul calciatore, invece, Francesco Maresca, facente parte dello staff tecnico della Primavera della Casertana, lo ha ricordato così Maradona è il calcio! Maradona è stata la persona che ha fatto innamorare ed avvicinare migliaia di ragazzi a questo sport in un’epoca dove non esistevano social. Per noi Napoletani è stato il nostro Masaniello, un capo popolo, colui che ci ha messo alla pari con le grandi d’Italia e d’Europa, togliendoci parecchi schiaffi da faccia. Giocatore unico, generoso con i compagni e fuori, ha fatto impazzire tutti i suoi avversari che lo hanno bersagliato in tutti i modi. L’unico che ha avuto la sfacciataggine di attaccare la FIFA che nel mondiale del ‘94 lo ha punito distruggendo improvvisamente la carriera del più grande giocatore di tutti i tempi. Questo giorno triste ha unito tutti, amici e nemici, perché, nonostante tutto, non si poteva non amarlo.

Il docente di educazione fisica Antonio Motta ha scritto, per me Maradona è il calcio. Ha rappresentato l’idolo che tutti i tifosi avrebbero voluto nella propria squadra ed ha incarnato l’espressione più intima di un popolo (quello napoletano in primis) che ha gioito grazie alle sue magnifiche gesta. Per me Maradona era, è e sarà per sempre il simbolo di tutta Napoli…il più grande di tutti i tempi, senza nessun eguale; anche l’avvocato praticante e istruttore di arti marziali Muay Thai Luca Spina ha espresso un suo giudizio, Maradona non era soltanto un campione del calcio ma rivive nei ricordi non solo di chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere negli anni ’80; era colui che aveva l’abilità di riunire intere famiglie davanti alla TV. Ogni suo goal era un mix di emozioni e non ho mai capito se era più il suo talento sportivo a fare effetto sugli altri o la sua personalità carismatica ma una cosa è certa: il suo nome verrà pronunciato da infinite generazioni! Ha scritto la storia di uno sport che, nonostante i progressi, non ha mai trovato una figura che sostituisse il n. 10. Che dire…grazie per tutte le emozioni ma soprattutto per i tanti ricordi che ha lasciato in ognuno di noi.

Emozionanti le parole dell’avvocato penalista Giuseppe Di Monaco a pochi giorni dal suo sessantesimo compleanno ho rivisto un filmato di un suo allenamento libero, nel fango di Soccavo. Di Fusco era tra i pali e lui dava spettacolo. Il più umano tra i non umani, inventava giocate davanti ad una porta tenuta su da ferri arrugginiti, con un muro sbrindellato sullo sfondo e pozzanghere sotto gli scarpini. Il suo sorriso sul volto e la tuta sporca, rendeva all’apparenza facili giocate ai limiti del possibile. Si applicava come un qualsiasi ragazzo in una qualsiasi via di un qualsiasi quartiere di una qualsiasi città di questo Mondo. La sua grandezza era proprio quella. Non chiedetemi cosa ha fatto della sua vita, chiedetemi piuttosto cosa ha fatto sulla mia.

Toccante l’aforisma dell’avvocato penalista Domenico Quarracino uno degli dei del calcio ha lasciato le sue vesti mortali per indossare solo l’immortalità; esaltante l’intervento dell’attore e videomaker Gianluca Seghizzi, Maradona è stato l’essenza del calcio, un predestinato, il piede sinistro di Dio. Un genio, con la sua arte e i suoi eccessi; al genio non li puoi negare, perché, altrimenti, finisce la magia…e come buona parte dei geni, è andato via in fretta.

Maradona ha rappresentato anche la gioia dello stare insieme in famiglia la domenica per sentire le partite del Napoli, come ricordano Maria, casalinga, legatissima ad un ricordo materno, avevo 9 anni ed ero con mamma in giro per la spesa. Un gruppo di uomini con Il Mattino in mano leggevano una notizia ed urlavano “C’amm accattat a Maradonaa” ed io chiesi a mia madre “Mamma chi è Maradona” e lei rispose “Non lo so…ma sacc sul che è tropp fort! Da lì…la storia.

Salvatore Marcone, titolare della nota libreria sammaritana Kennedy, invece, rammenta cos’era Maradona per il padre, quello che più mi ha meravigliato è che era venerato quasi come un santo. Mio padre, ad esempio, nella sua officina a Curti aveva appeso al muro una sua foto o anche sui parabrezza dell’auto. Per non parlare della mia generazione che ha cercato di imitarlo con pessimi risultati, in quanto il suo stile di gioco era irraggiungibile.

Alessandro, funzionario all’Inail, ha espresso tenere reminiscenze, Io non ricordo molto quando il Napoli vinse gli scudetti in quanto ero piccolo però mi viene in mente quella bellissima sfilata che facemmo al Duomo di Santa Maria, con le sciarpette azzurre, le foto di Maradona, le bandiere e le trombette, io con mio padre e mio nonno, che legato alla sua radiolina, ascoltava le partite del Napoli, dopo pranzo, a volte addormentandosi ma spesso osannando il Pibe de Oro come il salvatore della squadra partenopea.

Non poteva mancare una poesia su Maradona di Gaetano Fusco, a conclusione di questi emozionanti interventi.
Una poesia per “El Pibe de Oro”
Gaetano Fusco, classe ’67, originario di Foglianise ma residente a Ruviano, il cui nome è legato alle sillogi poetiche Amore e Speranza del 1992 e Come foglie al vento del 1995, ha scritto dei bellissimi versi su Diego Armando Maradona. Comporre una poesia su di un calciatore è insolito, però, come ha spiegato lo scrittore, la poesia, per quel che mi riguarda, è essenzialmente la ricerca della verità e della bellezza che si nasconde dappertutto intorno a noi. L’uomo, seppur grande, non può essere solo un semplice meccanismo biologico, è qualcosa di più, di molto di più.

Gli uomini hanno un’anima, è alle emozioni che da essa scaturiscono che do la caccia. Fin da piccolo mi sono sempre fatto domande, continuamente: da dove veniamo, dove andiamo; ecco, a queste domande eterne cerco di rispondere a modo mio attraverso la poesia. Un tramonto, un’alba, una foglia che cade scatenano in me il vulcano della meraviglia. Io semplicemente cerco di nutrire quella necessità. Di seguito i suoi versi dedicati al compianto calciatore:

Maradona

Veloce come
un lampo,
il vento ti rincorreva,
la luce non vinceva
la tua ombra.
Quale spettacolo
ai nostri occhi,
mito senza tempo.
Il campo come cielo
aveva una sola stella,
il pallone come meteora
illuminava i nostri occhi,
l’erba non più verde,
di rosso fuoco,
bruciava sotto le tue
scarpette.
Quante magie
ci hai regalato,
re dello spettacolo
più bello.
Piange la tua assenza
il mondo,
orfano inconsolabile
delle tue gemme!

Un componimento ricco di metafore e similitudini, in cui vivide emergono le immagini del calciatore fuoriclasse come un figlio soprannaturale ed eroico della natura e del cielo…ed ecco che ci appare veloce come un lampo, al di sopra della luce, mito senza tempo; particolare anche la similitudine astronomica, il campo come il cielo aveva una sola stella, il pallone come meteora; per non parlare dell’erba non più verde, di rosso fuoco, che bruciava sotto le tue scarpette. In Maradona c’è l’animo del tifoso, infervorato per Diego, la leggenda del calcio, simbolo di riscatto per la nostra regione, che solo con lui ha potuto volare in alto nel mondo del calcio.

 

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