Un ristorante tedesco infanga la memoria dei giudici Falcone e Borsellino

Un ristorante tedesco infanga la memoria dei giudici Falcone e Borsellino

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo.” (Giovanni Falcone)

Nei giorni scorsi è stata effettuata una scoperta sconvolgente: in un ristorante a Francoforte sul Meno le foto dei due giudici uccisi dalla mafia nel 1992, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono affiancate alle immagini di don Vito Corleone, personaggio protagonista del film ‘Il Padrino’, il tutto contornato dalla presenza di aperture, rappresentanti dei colpi di pistola. La notizia ha immediatamente fatto il giro delle testate giornalistiche italiane, le quali, insieme ai rappresentanti dello stato, hanno sottolineato la scorrettezza delle immagini esposte dal ristorante in questione.

Ad intervenire è stato anche l’attuale Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il quale ha parlato di “una grave e inaccettabile offesa alla memoria di due magistrati che hanno perso la vita per servire il nostro Paese nella lotta a Cosa Nostra”.

La sorella di Giovanni Falcone, la professoressa Maria Falcone, ha fatto ricorso al tribunale tedesco, denunciando la violazione della memoria dei due giudici siciliani. Al Tribunale di Francoforte è stato, infatti, richiesto di impedire al proprietario del locale di utilizzare il nome Falcone e Borsellino nell’intestazione della pizzeria. Ma il responso è stato, purtroppo, negativo: il giudice tedesco ha affermato che Falcone ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori. Non alla gente comune che frequenta la pizzeria”.

È dunque ignobile che un rappresentante della legge abbia deciso, attraverso una propria sentenza, di infangare la memoria di propri colleghi, i quali hanno dedicato e donato la propria vita alla lotta contro la criminalità organizzata. Del resto, dalle parole del giudice tedesco, emerge che la mafia sia un problema esclusivamente italiano, e che non vada a compromettere anche l’integrità morale e legale delle altre nazioni con le quali essa stringe accordi, come in questo caso quella tedesca.

 

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