Coronavirus ed isolamento sociale: i consigli dello psicologo Elpidio Cecere per attenuare i disagi
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non riguarda solo la salute fisica, ma anche la salute mentale. Il virus e le restrizioni adottate per limitare i contagi hanno stravolto le vite di ognuno di noi ed è, in particolare, l’isolamento sociale che sta impattando negativamente sul benessere psicologico delle persone.
L’uomo è un “animale sociale”, come scrisse il filosofo greco Aristotele, e proprio nel momento in cui il pericolo e l’incertezza legati alla situazione che stiamo vivendo attivano un bisogno dell’altro, siamo costretti a vivere a distanza.
Dopo aver realizzato una ricerca con un campione composto per l’80% da cittadini della Regione Campania, D’Ambrosi e coll. (2020) hanno concluso che è altamente probabile che la pandemia abbia destabilizzato le persone con una preesistente fragilità emotiva impedendo loro di rintracciare punti di riferimento all’interno delle relazioni sociali.
I quadri psicopatologici aumentati in questo periodo sono caratterizzati da una sintomatologia ansiosa e depressiva e da disturbi del sonno. L’ansia, l’agitazione, la tristezza e la rabbia sono le esperienze emotive che hanno avuto un maggior incremento nella popolazione.
Il prolungato isolamento sociale al quale siamo sottoposti può essere associato al concetto di trauma cumulativo. A differenza del significato comune che si è soliti attribuire al termine trauma, con trauma cumulativo si indica il protrarsi di esperienze avverse che, nel loro insieme, danneggiano il benessere psicologico di un individuo.
La persistenza di esperienze avverse può condurre ad uno stato di distress cronico caratterizzato da stati emotivi negativi (ansia e preoccupazione), ridotta capacità di affrontare gli eventi, calo delle prestazioni fisiche e cognitive, alto rischio di incorrere in disturbi psichici e fisici.
L’isolamento sociale, in alcuni individui, è legato ad un’assenza della percezione di sicurezza personale e interpersonale che causa una cronica attivazione del sistema di difesa dell’organismo. Quest’ultima può portare ad una disregolazione neurovegetativa, come sostenuto dalla teoria polivagale di Porges (2001), responsabile di conseguenze sia fisiche sia psicologiche.
Dunque, una condizione stressante attiva delle risposte fisiologiche nell’organismo che durano in base al tempo dell’evento stressante; quando tale evento perdura nel tempo, l’organismo non torna al suo equilibrio iniziale e si può verificare un’alterazione del normale funzionamento del sistema di difesa dell’individuo portandolo a vivere un continuo stato di agitazione e ansia.
È importante, dunque, mettere in atto strategie per fare in modo che i problemi psicologici associati all’isolamento sociale possano essere limitati. Ecco alcuni consigli:
- Fare attenzione alle informazioni selezionando le fonti;
- Mantenere le relazioni sociali attraverso gli strumenti tecnologici in possesso;
In una ricerca condotta in Brasile si è riscontrato che il danno sulla salute mentale dovuto all’isolamento sociale può essere minimizzato dal mantenere relazioni interpersonali soddisfacenti (Gonҫalves, Zuanazzi, Salvador, Jaloto, Pianowski, de Francisco Carvalho, 2020). - Organizzare la propria quotidianità garantendo una stabilità della propria vita;
- Dedicare momenti della giornata a sé stessi;
- Impegnarsi in attività piacevoli che abbiamo sempre rimandato;
- Rivolgersi ad un professionista se sorgono problemi psicologici;
A cura del Dott. Manuel Perretta e del Dott. Ciro Andreozzi con la supervisione dello Psicologo Elpidio Cecere.