Alfa Romeo torna in Formula 1 30 anni dopo: sarà partnership con la Sauber
Una delle case automobilistiche più amate dagli italiani (e non solo), Alfa Romeo, torna nel campionato di Formula Uno a distanza di oltre trent’anni. La scuderia Sauber ha infatti annunciato che dalla prossima stagione sarà avviata una partnership proprio con il marchio italiano di proprietà della Fiat: si tratta di una cooperazione strategica, commerciale e tecnologica tra le due realtà, con le monoposto dell’Alfa Romeo Sauber F1 Team che saranno caratterizzate “dagli inconfondibili colori Alfa” (presumiamo quindi che siano rosse), e dalla presenza del biscione, simbolo della casa. Le auto saranno inoltre motorizzate con le power unit Ferrari 2018.
Una mossa che si preannuncia vincente non solo dal punto di vista sportivo, con migliaia di alfisti che potranno riprendere, molto tempo dopo l’ultima apparizione nel 1985, a tifare per la propria casa automobilistica preferita, ma anche ovviamente per quanto riguarda il marketing, con il CEO di Fiat e presidente della Ferrari Sergio Marchionne che esulta a poche ore dalla chiusura dell’accordo: “L’Alfa Romeo è determinata a scrivere un nuovo capitolo della sua unica e leggendaria storia sportiva. L’ accordo con Sauber F1 Team è un passo significativo nella ricostruzione del brand Alfa Romeo che, tornando in F1 dopo un’assenza dalle corse di oltre 30 anni, restituisce al campionato uno dei marchi che hanno fatto la storia di questo sport, andando ad aggiungersi ad altre importanti aziende automobilistiche in F1”.
L’ultima apparizione della scuderia Alfa Romeo fu nel Gp d’Australia 1985 con i piloti Riccardo Patrese ed Eddie Cheever. La casa milanese detiene anche i primi due mondiali piloti, vinti nel 1950 e 1951 con Nino Farina e Manuel Fangio.
Per quanto riguarda invece i piloti del ritorno in F1 nella stagione 2018, sembra certa la presenza del ventenne monegasco Charles Leclerc, che recentemente ha vinto il campionato di Formula Due. Ad affiancarlo potrebbe essere uno tra il pilota italiano Antonio Giovinazzi e lo svedese Ericsson.