Bitcoin e criptovalute: aggiornamenti 2019
Quando nel 2017 si è scatenato il fenomeno criptovalute nessuno ci avrebbe mai creduto. L’argomento teneva banco come non aveva mai fatto prima. Letteralmente ogni telegiornale, quotidiano e radio riportava ogni giorno notizie sull’andamento di Bitcoin e altcoin di ogni tipo. Si parlava ormai dell’avvento di una rivoluzione monetaria che avrebbe cambiato il mondo economico per come lo abbiamo sempre conosciuto.
Si può dire senza tema di smentita che quella è stata una vera e propria febbre da criptovalute. Una sorta di remake del gold rush a cui il mondo ha assistito nell’800, ma in versione digitale. Il clamore generato dalle criptovalute ha creato un vero e proprio paradiso per gli speculatori che hanno portato il valore di alcune criptomonete alle stelle.
Tra settembre e dicembre 2017 si stima che 1500 nuove criptovalute siano state lanciate sui mercati e molte altre non sono nemmeno riuscite ad arrivarci. Grazie alle ICO molti progetti sono stati finanziati, a volte vendendo solo fandonie a creduloni con qualche spicciolo da investire, puntualmente perso come da copione. Ma come è nato tutto questo fenomeno? A più di un anno di distanza è il momento di tracciare un bilancio.
Le criptovalute: solo una bolla?
Le ragioni della creazione della bolla nel settore criptovalute sono facili da individuare e risiedono nella natura stessa di questo tipo di mercato. Pur avendo suscitato un interesse di portata globale il mercato delle criptovalute è rimasto sempre sostanzialmente piccolo, riuscendo a toccare i 300 miliardi di dollari di capitalizzazione, solo nel momento di suo massimo splendore.
In quel periodo c’era molta gente che faceva una sorta di trading automatico di bitcoin continuando a spingere sul il prezzo di questa incredibile moneta. Ma cosa dire delle altcoin? Esse seguivano a ruota l’andamento di Bitcoin, ma molto peso sull’esplosione del settore si deve dare alle campagne di comunicazione ad hoc portate avanti da grossi investitori.
Questi soggetti poco raccomandabili hanno deciso a un certo punto di cominciare a fare i soldi sulle spalle di alcuni poveri quanto sprovveduto investitori. Con le proprie parole erano in grado di spingere il mercato all’acquisto o alla vendita in massa, con il secondo fine di fare i propri interessi. Insomma, il discorso non cambia: con le criptovalute in quel periodo pochissimi si sono arricchiti e in tanti hanno perso investimenti e risparmi.
Lo scoppio della bolla
Purtroppo, si, si può parlare di un vero e proprio scoppio di bolla per quanto riguarda le criptovalute. In molti pensano che la versione ufficiale sia quella veritiera: per loro sono state le autorità a causare lo scoppio della bolla perché sono intervenute nel settore cercando di dare nuove regole da seguire per la sicurezza negli investimenti.
In effetti si sono verificati molti problemi di sicurezza a causa delle numerose truffe che sono circolate soprattutto con le ICO: massime promesse e specchietti per le allodole costruite con l’intento di frodare persone nella maggior parte dei casi.
In realtà molto più semplicemente trattandosi di una bolla era naturale che prima o poi esplodesse, facendo crollare il settore. Quando un grandissimo numero di “casual” (investitori occasionali) inizia ad investire in un settore gli insider che stanno nel mercato da più tempo e hanno molte più informazioni e risorse iniziano a monetizzare la loro posizione.
Ciò non toglie che anche persone comuni siano riuscite ad arricchirsi: caratteristica di ogni bolla è che chi sale o scende dalla giostra nel momento opportuno può riuscire a diventare ricco. Ma resta il fatto che la stragrande maggioranza di coloro che sono entrati nel settore tardi, ha perso ingenti somme senza ricavare un ragno dal buco.