Celiachia, cosa fare se …
Si stima che la percentuale di celiaci al mondo sia dell’uno per cento, con prevalenza delle donne sugli uomini, dai 19 ai 40 anni, con maggior incidenza in Lombardia, Lazio e Campania; sicuramente in aumento,come dimostrato da recenti indagini statistiche.
Il SSN consiglia dosaggi sierologici e prelievo di tessuto dall’intestino tenue per esame istologico e conseguente cura specifica.
Alcuni ricercatori sostengono che l’allergia al glutine (contenuta nel frumento, nei cereali) si possa verificare in assenza di allattamento al seno, ma ciò non è dovutamente dimostrabile: certamente il problema risiede nell’atrofia dei villi intestinali nel tratto del tenue che non consentono l’assimilazione delle sostanze nutritive contenenti glutine. Oggi esiste un test semplicissimo ed indolore per diagnosticare la celiachia nei bambini.
Attualmente è prevista la messa sul mercato di prodotti “gluten free” debitamente certificati, con la dicitura “alimenti per celiaci” non contenente glutine e gli stessi possono essere erogati gratuitamente dal SSN fino ad un tetto massimo di spesa. Importante ricordare che recentemente è stata resa obbligatoria la dicitura “alimenti per celiaci” sui prodotti specifici, distinguendoli da quella generica “alimenti dietetici” che non includeva propriamente l’allergia al glutine.
Vogliamo porre l’attenzione su un ultimo punto che riteniamo importante: non seguite la moda del “dietetico” a tutti i costi in quanto l’allergia al glutine (diversa dall’intolleranza che, in qualche modo, può risolversi nel tempo),è una cosa seria e prevede misure cautelative, ma un intestino sano non va sottoposto all’assunzione di cibi privi di glutine perché potrebbe ammalarsi, essere cioè incapace di assolvere alle funzioni normali di assimilazione.