Cinque falsi miti estivi da sfatare: raggi ultravioletti, rischio di congestione e meduse
Falsi miti, credenze popolari, leggende metropolitane. Certezze più solide di una regola scritta nero su bianco, su cui adagiarsi comodamente senza sentire il bisogno di approfondire, di verificare se ci sia del vero. Anche l’estate non è priva di bufale, talvolta addirittura pericolose, ma comunemente accettate come vere, complice forse l’abitudine. Vediamo le più diffuse:
La regola delle tre ore. Dopo un pasto è necessario aspettare tre ore per poter fare il bagno al mare oppure in piscina, questo per il rischio di congestione a causa della digestione ancora in corso. In realtà la regola non è così rigida, molto dipende dalla persona ed ovviamente dall’entità del pasto consumato. Per digerire un pasto leggero, di quelli che classicamente si consumano in spiaggia, occorre molto meno e comunque il rischio di congestione è generalmente sopravvalutato.
Niente protezione per chi è già abbronzato. In molti credono che non sia necessario applicare la protezione solare sulla pelle di chi è già molto abbronzato o scuro di carnagione. Anche questo è falso. Certamente la melanina, responsabile della pigmentazione della pelle, fornisce una leggera protezione naturale dai raggi ultravioletti ma non basta alla lunga a prevenirne i danni più profondi. Meglio continuare ad applicare sulla pelle un filtro opportuno per il proprio fototipo, soprattutto se si ha intenzione di trascorrere l’intera giornata in spiaggia.
Niente protezione all’ombra. I raggi ultravioletti, sempre loro. I vestiti e l’ombra dell’ombrellone non sono in grado di fermarli del tutto anche se apparentemente proteggono dai raggi solari. In realtà i raggi ultravioletti attraversano facilmente i tessuti, quindi è sempre bene applicare sulla pelle le creme solari anche se non ci si espone direttamente al sole.
Il rimedio della nonna contro le meduse. Secondo una (purtroppo!) diffusa credenza popolare l’urina sarebbe in grado di alleviare il dolore e l’irritazione dovute al contatto con le meduse neutralizzandone il veleno, questo grazie all’ammoniaca in essa contenuta. Per fortuna anche questo è falso. Il rimedio più efficace nel malaugurato caso di puntura di medusa è sciacquare la parte con acqua di mare e rimuovere con una pinzetta i tentacoli eventualmente rimasti conficcati nella pelle. Per lenire il dolore la soluzione più efficace è un semplice analgesico.
Le zanzare preferiscono chi ha il sangue dolce. Non chiedete ad un medico cosa sia tecnicamente il “sangue dolce” e perché le zanzare lo preferiscano, il sangue dolce semplicemente non esiste. In effetti le zanzare sembrano maggiormente attratte da determinare persone piuttosto che da altre ma il “sapore” del sangue non è il vero motivo. I fattori determinanti sono molteplici a partire da alcuni batteri presenti naturalmente pelle. Le persone corpulente ed in sovrappeso producono maggiore anidride carbonica ed anche questa attira le zanzare. Altri fattori sono il gruppo sanguigno, le zanzare preferiscono lo “0“, il consumo di alcol, ed incredibilmente il colore dei vestiti: anche alle zanzare piace il nero, motivo di più per non indossarlo d’estate.