Covid-19, è iniziata la vaccinazione, ma quando sarà il nostro turno?
Oggi, 27 dicembre 2020, sarà ricordato come il V-DAY, lo storico giorno in cui è iniziata la vaccinazione al Covid-19. Ma attenzione, la strada da percorrere è stata solo tracciata e la luce in fondo al tunnel non è ancora visibile; tuttavia adesso si intravede la speranza di uscire da questo incubo globale.
La vaccinazione nel nostro Paese non sarà obbligatoria, e questo potrebbe essere già un primo ostacolo al raggiungimento della famigerata “immunità di gregge”. Come ha dichiarato il commissario straordinario Domenico Arcuri: “Il vaccino in Italia è gratuito ma non obbligatorio. Noi dovremo fare di tutto per informare, comunicare e persuadere il massimo numero di italiani possibile a farsi somministrare il vaccino ma non fino al punto da renderlo coercitivo.”
L’Italia si è assicurata come opzione oltre 202 milioni di dosi di vaccino, per avere una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza. Come ha spiegato il ministro Roberto Speranza: “Con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale. Va inoltre ricordato che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell’immunità prodotta dal vaccino. La scelta compiuta anche in questo caso è ispirata al principio di massima precauzione“.
“Una giornata storica. Ma sarà necessario mantenere le misure di precauzione e distanziamento. Vaccineremo il 70% degli italiani entro la fine dell’estate. L’obiettivo, a regime, è di 140mila vaccinazioni al giorno“. A dichiararlo è il professor Franco Locatelli, direttore di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica al Bambino Gesù di Roma e presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Calendario delle vaccinazioni
Da metà gennaio si procederà con medici, infermieri, personale e ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani. In tutto quasi 2 milioni di persone. Tra fine febbraio e marzo si passerà alle persone con più di 80 anni, quasi 4 milioni e mezzo. Da aprile si dovrebbe procedere con i 70enni, mano a mano verso le persone meno fragili. Prima i quasi 13 milioni e mezzo di persone che hanno tra i 60 e i 79 anni, poi i quasi 7 milioni e mezzo che hanno almeno due patologie croniche.
La vaccinazione al resto della popolazione (circa il 55% degli italiani) dovrebbe iniziare, salvo varianti, non prima di giugno 2021, ma anche qui ci sarà un ordine di precedenza. Il piano vaccinale cita espressamente le categorie appartenenti ai “servizi essenziali come gli insegnanti e il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri”.
Per arrivare all’immunità di gregge — o meglio solidale, perché protegge anche chi il vaccino non lo può o non lo vuole fare — bisogna raggiungere circa il 75% degli italiani. A spanne 45 milioni su 60. Ci arriveremo?
Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari (OSS) e personale amministrativo di supporto. Si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20.000 persone.
In fase avanzata, il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio, seguendo sempre di più la normale filiera tradizionale, incluso il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.