Entrato in vigore dal 1° gennaio il divieto di utilizzare microplastiche in cosmetici e dentifrici
E’ entrato in vigore il primo gennaio il divieto di utilizzare microplastiche in prodotti cosmetici o dell’igiene personale come saponi, prodotti esfolianti, creme o dentifrici. La norma era contenuta in un emendamento alla Legge di Bilancio del 2018 che prevedeva la messa al bando di queste sostanze altamente inquinanti a partire dal primo gennaio del 2020.
Il divieto ora è pienamente effettivo. Una buona notizia senza dubbio, visto che le microplastiche sono direttamente responsabili della contaminazione delle acque dei fiumi e dei mari e che, essendo ingerite dai pesci, entrano pericolosamente nella catena alimentare.
Per capire la portata del fenomeno è bene sapere – come ricorda il Corriere della sera – che ogni chilometro quadrato di mare contiene in media 63,320 particelle di microplastica, stando a quanto sostiene il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. E il Mediterraneo risulta essere il più inquinato sotto questo aspetto, visto che il 7 per cento delle microplastiche mondiali si trova in questa porzione di mare.
Secondo la legge entrata in vigore il primo gennaio 2020 è fatto divieto per le aziende di “mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche“, pena multe pesanti e, in caso di “recidiva”, lo stop alla produzione.
L’industria cosmetica è la prima imputata perché fa largo uso di questi derivati del petrolio, e in Italia viene prodotto circa il 50 per cento del make-up al livello mondiale.
La legge in ogni caso non comprende tutto il panorama di prodotti con frammenti o sfere di plastica di dimensione inferiore a 5 millimetri.
L’Onu ha stilato un elenco di sostanze che indicano le microplastiche da individuare tra gli ingredienti dei cosmetici o dei prodotti per l’igiene: Polyethylene (Pe), Polymethyl methacrylate (Pmma), Nylon, Polyethylene erephthalate (Pet), Polypropylene (Pp).