Ford contro Ferrari: “Le Mans ’66 – La grande sfida”, un motor movie da non perdere al cinema dal 14 novembre

Il 14 novembre 2019 esce nelle sale il nuovo film dal titolo “Le Mans ’66 – La grande sfida” con Matt Damon e Christian Bale, regia di James Mangold per la 20th Century Fox che ha investito ben 100 milioni di dollari nella produzione. Un film che nasce con grandi ambizioni e tanto atteso dagli appassionati di automobili, anche se il finale della vicenda non è certo una sorpresa ma è storia. Noi di CasertaWeb abbiamo avuto l’opportunità di vederlo in anteprima.

Il film narra la vicenda vera, senza romanzarla troppo, della Ford GT40, una delle più belle e gloriose auto da corsa della storia degli USA e soprattutto degli uomini che la realizzarono. Un’avventura ambientata in un tempo in cui i piloti erano dei veri cavalieri del rischio, in cui la velocità era attraente e non politicamente scorretta perché non esisteva affatto il politicamente corretto e nemmeno, purtroppo, la sicurezza.

La Storia

All’inizio degli anni ’60 Henry Ford II si mise in testa di acquisire la Ferrari che in quel momento viveva un momento di grande prestigio ma aveva grandi difficoltà dal punto di vista finanziario a causa degli ingenti investimenti che il grande Enzo dedicava a ciò che oggi chiameremmo ricerca e sviluppo per rendere eccellenti le sue macchine.

Il rifiuto da parte di Enzo Ferrari fece scattare in Ford la sete di vendetta, così il gigante americano decise di andare a sfidare Ferrari nel “Mondiale Marche” e nella 24 Ore di Le Mans, la corsa più prestigiosa nella tradizione europea, Formula 1 a parte, ed alla quale Enzo Ferrari teneva in modo particolare. Questa parte della storia è raffigurata in maniera pittoresca ma verosimile, considerando che ovviamente le trattative avvennero a porte chiuse e davvero pochissime persone al mondo sanno come andarono esattamente le cose.
Alla fine Ford riuscì a battere Ferrari per ben 4 anni di seguito e fu Agnelli, più furbo di Ford, ad acquisire nel 1969 la Ferrari rispettando le condizioni di Enzo, ma questa è un’altra storia.

I protagonisti

Protagonisti di questa vicenda, oltre ad Enzo Ferrari ed Henry Ford II sono alcuni dei personaggi entrati nel mito dell’automobilismo d’oltreoceano: l’italo-americano ed allora astro nascente Lee Iacocca, uno dei più grandi manager della storia dell’industria automobilistica, fu vertice di Ford per moltissimi anni e poi passò alla Chrysler salvandola dal fallimento. Inventò alcune delle automobili più iconiche degli USA come la Ford Mustang e la Chrysler Voyager.
Il pilota, meccanico e collaudatore Ken Miles, personaggio assai controverso ma altrettanto stimato; Carrol Shelby che dopo una brillante carriera da pilota, interrotta per un problema cardiaco congenito, diventò costruttore creando la Shelby Cobra e poi consulente alla progettazione per Ford GT40 e Mustang. La vittoria più prestigiosa del ricco palmares da pilota di Shelby fu proprio la 24 Ore di Le Mans, ottenuta nel 1959 a bordo della Aston Martin DBR1.

Il film

Proprio il rapporto di amicizia e collaborazione tra Shelby e Miles è l’elemento più significativo del film. Due uomini da soli contro il mondo che alla fine riescono nell’impresa che sembrava impossibile. Perché in fondo le macchine, come le gare, sono fatte dagli uomini e la storia delle corse è piena di avventure degne di essere raccontate in un film oppure in un libro.

Da sinistra: Ken Miles (Christian Bale)  e Carrol Shelby (Matt Damon)


Meravigliosamente tratteggiati i personaggi di Carrol Shelby, interpretato da Matt Damon, e di Ken Miles, interpretato da Christian Bale. Molto ben costruiti e conformi a quanto ci facciano immaginare i numerosi documenti dell’epoca anche Lee Iacocca ed Hery Ford II. Appannato e poco veritiero il personaggio di Enzo Ferrari interpretato da Remo Girone, per evidenti scelte di regia più che per colpe dell’attore. Il grande vecchio di Maranello non appare come il carismatico “agitatore di uomini”, come egli stesso si definiva, ma come la brutta copia di uno dei cattivi dei film di James Bond, con annessi scagnozzi muti e tutti uguali tra loro nelle loro divise alla stregua degli Oompa-Loompa del film “La Fabrica di Cioccolato” di Tim Burton. Scagnozzi che nel caso di specie sono Lorenzo Bandini e Ludovico Scarfiotti che nella realtà furono dei veri gentiluomini oltre che dei grandissimi assi del volante. Accanto a loro il fedelissimo braccio destro di Ferrari, Franco Gozzi, molto diverso anche fisicamente rispetto all’attore che lo interpreta.
Nonostante ciò e nonostante nel film Ferrari e la sua squadra siano gli antagonisti degli eroi americani, Mangold non cade troppo nella tentazione di dipingere gli Italiani come i “cattivi” al contrario di quanto accade in “Rush” di Ron Howard, cosa che rende il film sufficientemente equo e corretto dal punto di vista storico e godibile anche dai tifosi Ferrari che sono numerosi sono solo in Italia ma anche in America e nel resto del Mondo.

Di solito nei film a tema automobilistico (i così detti Motor-Movie) la Ferrari appare come il mostro sacro, l’avversario da battere ad ogni costo. Basti pensare alla scena della drag-race improvvisata al semaforo nel primo “Fast and Furious” in cui Brian O’Connor, interpretato da Paul Walker, batte una F355 Spider nera con una Toyota Supra arancione elaborata pesantemente. In un certo senso tutto questo testimonia la grande reputazione che Ferrari ha in tutto il mondo ma forse tra Hollywood ed il Cavallino non corre buon sangue. Dunque non deve sorprendere che nel nuovo piano industriale della Ferrari, tra le iniziative di marketing, sia scritta nero su bianco l’intenzione di stringere accordi con gli studi cinematografici per far apparire le macchine rosse nei futuri film così da offrire al mondo un’immagine diversa della casa di Maranello e far pace con il mondo del cinema.
Messe da parte le diatribe tra Italia ed America, “Le Mans ‘66” è un film interessante da vedere anche per chi non è appassionato di corse, un film a tratti commovente, caratterizzato da un ritmo che non annoia mai nei 154 minuti di proiezione, con spettacolari riprese dinamiche, tanti momenti densi di passione ed emozione, un taglio naturalmente molto più moderno rispetto a “Le 24 Ore di Le Mans” con Steve McQueen e privo delle atmosfere cupe di “Rush” di Ron Howard, tanto per citare alcuni dei Motor-Movie più celebrati.

Le macchine

La meravigliosa Ferrari 330 P3 fotgrafata a Le Mans in una rievocazione storica del 2008


Oltre agli attori Christian Bale e Matt Damon spiccano sullo schermo come attrici protagoniste le bellissime Shelby Cobra, Ford Mustang e naturalmente la Ford GT40 MK II contrapposta all’antagonista Ferrari 330 P3, tremendamente più bella, affascinante e sofisticata della rivale, con il suo motore V12 da 4 litri di cilindrata capace di toccare i 9000 giri al minuto contrapposta all’americana con il suo V8 da 7 litri ad aste e bilancieri che toccava al massimo i 7000.

La vera foto dell’arrivo in parata delle Ford GT40 a Le Mans nel 1966


Le bellissime auto che recitano nel film sono tutte repliche ad eccezione della Ford GT40 MK II nera di Ken Miles, l’esemplare che appare sullo schermo è il medesimo che corse a Le Mans nel 1966, restaurato a dovere direttamente dalla Ford nel 2016. A questo esemplare sono state giustamente risparmiate le scene più violente.
Siamo abituati a vedere questo genere macchine trattate come reliquie nei musei per cui vederle correre (sebbene si tratti di repliche) e lasciarsi maltrattare come delle vere auto da corsa, come degli strumenti per il lavoro dei piloti, è uno spettacolo che vale da solo il prezzo del biglietto.

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