Giornata Internazionale della Felicità: ma che cos’è per voi la felicità?
Oggi si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, considerata uno dei diritti fondamentali dell’uomo ed istituita nel 2012 dall’ONU: si celebra ogni 20 marzo, poiché questa data coincide con l’equinozio di primavera, considerato simbolo benaugurante di rinascita della natura.
Certo ad un anno dall’inizio della pandemia ed ancora in piena emergenza economica e sanitaria, ci risulta difficile anche solo nominare la parola felicità, ma mai come in questo momento abbiamo bisogno di messaggi positivi: a tal riguardo, ci è piaciuta molto l’iniziativa di contest social ideata a Cassino, nel quale si chiede di fotografare un post-it, scrivendo che cosa rappresenta per noi la felicità; in egual modo, chiediamo ai nostri lettori di commentare (su Facebook) sotto l’articolo con la propria definizione personale di felicità.
E se per il periodo storico che stiamo vivendo trovate difficoltà a trovare un solo motivo di felicità, in primis dovete assumere un atteggiamento propositivo: in tal senso, mi viene in mente un famoso cartone del passato, tratto dal romanzo di Eleanor H. Porter, “Pollyanna” il quale parla di una bimba rimasta orfana ed affidata ad un’acida zia, la quale ideò il “Gioco della felicità” per superare i momenti di avversità.
In pratica, bisogna trovare lati positivi anche in situazioni negative: ovviamente più difficile è il momento, più difficile sarà il gioco, ma ci si renderà conto che la felicità sta nelle piccole cose e sta nel non darle per scontate; prima della pandemia non ci siamo mai soffermati sull’importanza di avere una famiglia o stare in buona salute o vivere in un luogo di non solo cemento, ma queste piccole cose sono diventate importanti quando ci siamo resi conto che molte persone invece hanno vissuto questo periodo in completa solitudine o in malattia o in appartamenti microscopici con piccole finestre.
E allora dobbiamo partire proprio dalla piccole cose per trovare quantomeno piccoli attimi di felicità e come diceva Jacques Rousseau “tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per raggiungere tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità”.