La sindrome della genialità: l’evoluzione umana è dovuta all’autismo?
Shaun Murphy è il protagonista della serie televisiva statunitense “The Good Doctor”, un giovane medico specializzato in chirurgia, affetto da autismo e sindrome del Savant. Chi soffre di questo tipo di patologia ha dei deficit nell’emisfero cerebrale sinistro, ma al tempo stesso può sviluppare delle zone chiamate “isole” con delle capacità al di sopra del normale. Molto spesso la sindrome del Savant arriva in concomitanza con quella di Asperger, un’altra forma di autismo ad “alto funzionamento”, cioè senza ritardi cognitivi e di linguaggio. Chi ne è affetto ha problemi soprattutto nelle relazioni interpersonali, ne conseguono difficoltà a provare empatia, ad instaurare amicizie o ad utilizzare il linguaggio non verbale.
Recenti studi dimostrano che sarebbe la predominanza dell’emisfero destro in alcune persone che soffrono di queste due forme di autismo a fare di loro dei “geni”, dal momento che le porta a concentrarsi sui particolari che a molti sfuggono e a sviluppare eccellenti abilità musicali, artistiche, mnemoniche o di calcolo. È per questa ragione che gli studiosi si stanno interrogando sulle cause del fil rouge che collega l’autismo a capacità superiori alla norma, così come ad un forte interesse per la scienza, la fisica, la matematica e l’ingegneria.
È possibile che sindromi come quella di Asperger o quella del Savant siano “sintomi” della genialità? Ebbene, anche se non ci sono delle prove effettive, si potrebbero elaborare delle diagnosi postume su moltissimi personaggi che hanno contribuito all’evoluzione dell’umanità: da Mozart a Steve Jobs, da Einstein a Newton, da Van Gogh a Darwin.
Se, quindi, la difficoltà ad istaurare rapporti umani è un tratto tipico della personalità del “genio”, allora si potrebbe dire che lo sviluppo umano sia in qualche modo connesso all’autismo? Come si può, però, affermare che delle persone vissute parecchi anni fa abbiano sofferto di autismo e possano aver contribuito all’evoluzione umana? È molto difficile sostenere questa teoria, tuttavia aldilà dell’autismo è inevitabile riconoscere a personaggi di un certo spessore di aver reso il nostro mondo un posto migliore.