Olio di CBD e Parkinson tutti i dettagli e le possibili vie risolutive
Ci sono alcuni temi dei quali spesso è perfino difficile parlare, perchè si mettono in moto una serie di meccanismi che toccano la sfera del privato, a livello economico, psicologico, sociale e fisiologico.
Si stima che nel mondo siano milioni i pazienti affetti dal morbo di Parkinson e i trattamenti, le cure e le terapie per loro siano fortemente impattanti, oltre che dolorose, onerose e invasive.
Se stai leggendo queste righe è perché di sicuro sei direttamente coinvolto in questa incresciosa realtà, perchè un familiare, un amico, un parente o un conoscente sono affetti dalla sindrome.
Sappiamo quante domande possono nascere in questi momenti in cui sembra che il tuo mondo cada in frantumi e probabilmente tra di esse ti starai anche domandando in che modo l’olio di CBD e Parkinson possano essere correlati. Qui troverai molte risposte attendibili ai quesiti che si affollano nella tua testa.
CBD e Parkinson: cerchiamo di capire di che malattia si tratta
Il morbo di Parkinson è una patologia definita neuro degenerativa ovvero che peggiora in maniera lenta e inesorabile e che tende a limitare gradualmente tutte le funzionalità, soprattutto motorie e legate all’equilibrio.
Addirittura si evince che potrebbe essere una malattia esistente da millenni e di cui si sa di più solo negli ultimi decenni.
Il nome lo si deve al farmacista che studiò, analizzò e definì le caratteristiche, i sintomi e la sua natura.
Il Parkinson è la perdita di controllo sulla mobilità e che riguarda anche le funzioni cognitive. La causa sembra sia dovuta alla minore produzione di dopamina, a sua volta determinata dal processo degenerativo neuronale.
Che sia dovuta a origini genetiche, tossiche, al fumo o ad altre cause non è ancora chiaro, nonostante gli investimenti in ricerche da parte della comunità scientifica.
Parkinson e olio CBD: quale strada si può percorrere
Il potenziale dell’olio derivato dalla canapa sembra essere molto elevato, nonostante gli studi siano ancora in corso e molta strada ancora ci sia da attraversare. Tuttavia pare proprio che l’olio di CBD possa trattare alcuni sintomi del morbo, sortendo dei risultati che potrebbero a dir poco ritenersi straordinari.
Le proprietà anti ossidanti lavorano rallentando il processo di invecchiamento dei radicali liberi e rappresentano un freno alla degenerazione cellulare degli individui affetti dal morbo.
Inoltre va tenuto conto delle capacità del CBD di diminuire il dolore e i disagi che spesso originano dalle terapie per curare tali sindromi.
L’impatto del Parkinson sugli affetti
Le conseguenze della malattia possono essere devastanti non solo per il malato affetto dalla patologia ma anche su gli affetti che vi gravitano intorno.
Familiari, genitori, fratelli, figli, così come gli amici e chiunque sia a contatto più o meno assiduo con il malato sono indirettamente coinvolti nella malattia.
Il Parkinson è come un albero che si spezza, sospinto da una burrasca che lo travolge in pieno.
A livello personale, professionale, sociale può stravolgere equilibri e dinamiche in maniera impressionante.
La malattia ha sfasciato famiglie e interrotto legami, data la sua complessa gestione. Non è da tutti riorganizzare una vita per gestire i ritmi, le dinamiche e le esigenze che si muovono attorno a questa malattia.
È infatti necessario un profondo amore, una infinità carica di pazienza ed energia sufficienti per far fronte all’emergenza di un malato.
Non basta, perchè servono anche costanza, organizzazione e voglia di superare gli ostacoli con coraggio e dedizione, se davvero si vuole essere d’aiuto.
A tal proposito l’olio di CBD può rappresentare un supporto anche per chi è intorno al malato, grazie alle sue capacità di rilassare e distendere le tensioni, di allentare lo stress che inevitabilmente la malattia trascina dietro.
Ogni membro coinvolto può trarre giovamento dall’uso di prodotti a base di canapa e contribuire nel suo piccolo a offrire un concreto aiuto al paziente affetto dalla patologia.
Parkinson e dintorni: ultime considerazioni
Non serve aggiungere molto altro, se non che sono evidenti gli aspetti positivi dell’uso di olio CBD per il Parkinson, e che con il proseguire delle ricerche sicuramente saranno ulteriormente confermate le sue proprietà rispetto al miglioramento dei sintomi e delle conseguenze della malattia.
Tuttavia non bisogna dimenticare che il CBD non è un medicinale ed è sempre meglio riferire qualsiasi disturbo al proprio medico curante.
La dignità e il diritto ad una vita dove non vi sia sofferenza, sono dei riferimenti focali su cui ci si dovrebbe sempre soffermare.
Vivere al meglio è un diritto per ogni malato di Parkinson, non va mai sottovalutato.