Social Network ed il bisogno narcisistico di approvazione. Il parere dello psicologo Elpidio Cecere
Al giorno d’oggi i Social Network fanno parte della nostra quotidianità, siamo costantemente iperconnessi. Questi hanno un grande impatto sulla nostra autostima poiché riflettono non solo l’immagine che abbiamo di noi stessi ma anche quella che intendiamo mostrare agli altri.
Perciò, non deve stupirci l’utilizzo, consapevolmente veicolato, che facciamo di questi strumenti (Instagram, Facebook, Tik Tok) per lanciare messaggi alle persone a noi più vicine attraverso post.
Lo psicologo José Elías, presidente dell’Associazione Spagnola di Ipnosi, definisce il concetto di postare come “l’adozione di determinati abitudini, gesti e comportamenti che hanno lo scopo di proiettare un’immagine positiva (ovvero una che riceva feedback percepiti come positivi), con l’obiettivo di dimostrare agli altri che siamo felici, sebbene non sia davvero così o non ne siamo davvero convinti”.
Dunque la domanda sorge spontanea: quale parte della nostra realtà mostriamo attraverso i social? A quale scopo?
“Continuiamo a bere del pessimo vino preoccupati che i calici siano di cristallo” (Mirco Stefanon). Questa frase pone l’attenzione su quanto nella società contemporanea l’apparire abbia un’importanza maggiore rispetto all’essere.
“A cosa stai pensando?” è la domanda che Facebook ci pone tutti i giorni e noi sempre pronti a rispondere attraverso immagini e parole opportunamente scelte, che però nella maggior parte dei casi non corrispondono alla realtà.
Postare post sui Social Network risponde ad un bisogno di approvazione sociale.
Il Bisogno di Apparire sui social sembra essere la risposta ad un bisogno narcisistico all’interno di un palcoscenico mediatico nel quale dare l’immagine migliore di sé. Ma questo bisogno, nella maggior parte dei casi, non nasconde altro che un desiderio di apparire, di approvazione (ottenuto tramite i like), sintomi, spesso, di un profondo senso di solitudine interiore, di insicurezza e sfiducia in sé stessi. Più manca la certezza del proprio valore, più inizia la ricerca spasmodica di consenso e approvazione.
Allora la parola chiave diventa “Condividere” e, di conseguenza maggiore sarà l’approvazione percepita, più l’individuo si sentirà gratificato e il suo bisogno sarà sodisfatto.
Ma qual è il prezzo da pagare per il soddisfacimento di questo bisogno?
La perdita della propria autenticità. Allo scopo di esaltare un’immagine che non corrisponde al proprio vero sé con l’effimero obiettivo di suscitare consenso mediatico.
Da dove nasce il bisogno di approvazione?
Il bisogno di approvazione di per sé non ha una connotazione negativa: siamo animali sociali ed in quanto tali necessitiamo del rapporto con gli altri e, di conseguenza, il giudizio altrui incide sulla percezione di noi stessi.
Bassa autostima, percezione distorta di sé sono falle evolutive che richiedono l’approvazione altrui per dare valore al proprio ego. Attenzione però! In alcuni casi l’approvazione sociale è utile; ci aiuta a sentirci sicuri, contribuisce alla nostra crescita. D’altro canto, affidare totalmente la misura del nostro valore al giudizio degli altri ha un carattere patologico.
Quali sono i campanelli d’allarme?
Esistono alcuni segnali che possono aiutarci a capire se qualcuno ha un bisogno disfunzionale di approvazione:
• Perfezionismo, cercare la perfezione per allontanare la disapprovazione altrui.
• Accondiscendenza, fare fatica ad esprimere i proprio pensieri condividendo passivamente quelli altrui.
• Paura delle situazioni nuove.
• Avere sempre bisogno del giudizio degli altri su ciò che ci riguarda e farlo prevalere sul proprio.
Consigli su come gestire il bisogno di approvazione
Il bisogno di approvazione può essere combattuto smontandone gli assunti che lo costituiscono:
• Non puoi accontentare e piacere a tutti. Accettalo!
• Assumiti le responsabilità delle tue decisioni e delle tue idee, contribuirò a far crescere la tua autostima.
• Impara che se qualcuno rifiuta una tua idea, non sta denigrando o rifiutando la totalità della tua persona.
• Evita di trascorrere troppo tempo sui social e impegnati in attività concrete.
A cura di: Dott.ssa Anna Rosaria Martullo; Dott.ssa Kimberly Loffredo; Dott.ssa Sara Mataluna; on la supervisione dello Psicologo Dott. Elpidio Cecere.