Siamo vissuti, forse, in una grande bugia: la donna non è nata dalla costola dell’uomo
Prima di introdurre l’argomento trattato, è opportuno fare questa premessa: le ipotesi citate sono senza dubbio suggestive, ma non vanno prese per oro colato. Quello religioso è un discorso che presuppone fede, non analisi scientifica e razionale.
Ciò di cui ci occuperemo, quindi, altro non sarà che la spiegazione di quelle che, pur essendo, probabilmente, mere coincidenze, potrebbero stimolare, comunque, la curiosità del lettore e la sua ricerca della conoscenza.
Genesi 2:21 Allora l’Eterno Dio fece cadere un profondo sonno nell’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto.
Chi in un modo, chi in un altro, questa storia l’abbiamo sentita tutti.
Eppure non è così. La parola ebraica “zelach” non vuol dire costola, bensì metà.
Ebbene si, siamo vissuti in un grande errore.
Il professore Danilo Valla, docente di lingue bibliche, nonchè profondo conoscitore delle Sacre Scritture, illustra sapientemente il tema trattato nel video “La costola di Adamo. Un errore di traduzione che ha fatto passare la Bibbia per una favola”.
Quella della costola è una tradizione antichissima, eppure i traduttori erano, e lo sono tuttora, perfettamente consapevoli dell’incongruenza.
La traduzione sbagliata, in realtà, sembrerebbe sia un espediente usato per ovviare ad un quesito cui per anni non ci si è saputo dare una risposta: come è possibile che Dio possa aver creato la donna a partire dalla metà dell’uomo?
Ora, per provare a dare una spiegazione di tutto ciò, proviamo a fare un viaggio nel tempo.
Nel 1953, gli scienziati James Dewey Watson e Francis Crick, scoprono la struttura a doppia elica del DNA. Ogni cellula contiene un filamento di DNA, il quale, a sua volta, è formato da 22 coppie di cromosomi più i due gameti x e y. Doppio x per la donna, x e y per l’uomo.
Andando a fare un parallelo con la Bibbia, si va a profilare un’interessante conclusione: le Sacre Scritture, con oltre 3500 anni di anticipo, sarebbero andate ad anticipare le scoperte di Watson e Crick.
E non sarebbe un caso isolato: la Genesi, ad esempio, avrebbe preannunciato la teoria della deriva dei continenti.
Gen 1,9 Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un sol luogo e appaia l’asciutto”. Sembrerebbe proprio che la Bibbia, oltre tre millenni fa, avesse già parlato di Pangea e Pantalassa.
Ma, ritornando all’argomento iniziale, in quale maniera, nello specifico la Genesi si sarebbe resa protagonista di una tale anticipazione? Dio, ci dice il professor Valla, altro non avrebbe fatto che applicare un “banalissimo” processo di meiosi, traendo dall’uomo metà del corredo cromosomico facendo sì che la donna avesse un genotipo a doppia x.
In altre parole, la donna altro non è che una metà raddoppiata dell’uomo.
La y mascolina, invece, sarebbe frutto della “ricucitura” e quindi della necessita di dare all’uomo dei connotati diversi da quelli del sesso opposto.
Non abbiamo la certezza che tutto ciò corrisponda alla realtà, ma se anche si trattasse di una coincidenza, avremmo la dimostrazione che la Bibbia sia tuttaltro che un libro distante da noi, quasi fosse un oggetto esoterico, ma piuttosto un testo che merita studio e analisi critica da cui si possono trarre straordinarie conclusioni come in questo caso.